La particolare delicatezza e la riservatezza che la proctologia richiede,  trova nell’ascolto e nel tempo da dedicare al paziente la sua risposta migliore.
E’ necessario raggiungere il giusto compromesso tra metodologie diagnostiche e terapeutiche e richiesta del paziente.

Bisogna in sostanza confezionare un vestito su misura!

Per ogni paziente è necessario individuare un percorso dedicato, basato sulla sua condizione e sulla sua necessità.

La patologia anorettale e quella del pavimento pelvico necessitano di un approccio multidisciplinare. E’ ormai indispensabile la collaborazione tra chirurgo colorettoanale, urologo, ginecologo, neurochirurgo, ortopedico, fisioterapista e osteopata.

Le strette connessioni funzionali e anatomiche tra gli organi del pavimento pelvico, il bacino e la colonna vertebrale, esprimono la loro sofferenza attraverso alterazioni della funzione anorettale e urinaria. E’ frequente il riscontro di patologie osteofasciali che richiamano sintomi in sede anorettale o urinaria in assenza di patologia visibile a carico di questi organi.

La proctologia si occupa di queste problematiche.

Il lavoro in team mantiene il paziente al centro dell’attenzione per seguirlo nel suo percorso diagnostico terapeutico.

La visita proctologica

La visita proctologica si compone di un colloquio durante il quale vengono raccolte il maggior numero di informazioni possibili, con particolare attenzione ai disturbi funzionali e ai dati anamnestici.

La visita vera e propria si realizza poi su lettino, con il paziente sdraiato sul fianco di sinistra dove si procede alla esplorazione anorettale e alla visualizzazione diretta del canale anale tramite anoscopia.

SI tratta di manovre indolori che consentono di visualizzare la regione anoperianale e di poter giungere ad una obiettività completa, atto fondamentale per le decisioni terapeutiche.