La diastasi dei retti addominali  è l’aumento della distanza tra i bordi mediali dei muscoli retti, spesso con coinvolgimento dell’ombelico, dove si puo’ manifestare un’ernia.

La diastasi dei retti addominali si osserva frequentemente nelle donne che hanno partorito, ma si riscontra anche nei soggetti maschi con aumentata circonferenza addominale e nei soggetti con aumentate pressioni addominali, come ad esempio i paziente affetto da patologie croniche polmonari.

La diastasi dei retti non è pericolosa, se non associata a ernia ombelicale o epigastrica, non determina i sintomi e disturbi delle grandi ernie postoperatorie, ma è sicuramente fonte di inestetismo e disagio, con frequenti risvolti psicologici.   Dal  punto  di  vista  anatomico, si  assiste  ad  un  assottigliamento della  linea  alba,  che  porta  ad  un  distanziamento  dei  muscoli  retti,  come si  osserva in  figura. L’approccio alla diastasi puo’ essere tanto riabiliatativo quanto chirurgico. E’ chiaro che nella scelta vanno tenute in debita considerazione le esigenze della o del paziente, le aspettative e  le reali possibilità di risultato delle terapia  proposta.

Il gold standard nella chirurgia della diastasi dei retti addominali  è l’addominoplastica. Patrimonio storico dei chirurghi plastici  l’ addominoplastica puo’ essere rinforzata con il posizionamento di protesi endoaddominali semiriassorbibili che – in presenza di ernie si rendono necessarie per minimizzare  il rischio di recidiva, ma che in assenza di ernie proteggono la sutura della linea alba , in particolare modo nei soggetti in sovrappeso o addirittura obesi. Lo scopo di utlizzare una protesi endoaddominale parzialmente riassorbibile nella esecuzione della addominoplastica è quella di dissipare la pressione addominale proteggendo le suture eseguite dal chirurgo plastica a protezione della nuova forma conferita all’addome.

La collaborazione tra chirurgo di parete e chirurgo plastico ottiene i suoi migliori risultati proprio nella applicazione delle protesi endoaddominali.