L’ernia ombelicale nell’adulto è una patologia relativamente infrequente, rappresentando meno del 5% delle ernie addominali. Oltre a costituire un evidente disturbo estetico, con relativo disagio nella vita di relazione, puo’ di fatto risultare sintomatica , con dolore, senso di peso, nausea, alterazione della cute, fino allo strangolamento erniario nei casi più sfortunati.

 

 La tecnica di riparazione si è evoluta e consente ormai di riparare l’ernia in modo stabile e sicuro con l’impiego di protesi dedicate, costruite proprio per ottenere la riparazione senza tensione e indolore, con rapida ripresa delle attività quotidiane anche quando sono di elevato impegno fisico.

L’impiego di protesi dedicate , che vengono posizionate attraverso una  minincisione periombelicale,  permette di collocare questi dispositivi con ampio margine di sicurezza, rispetto ai bordi della protesi, attraverso un sistema di fissaggio alla fascia, lasciando libera la protesi di adattarsi alla pressione addominale del singolo paziente-

La  tecnica chirurgica   propria di questo intervento, mostra come una volta ridotta l’ernia,  la protesi sia alloggiata in addome a protezione della lesione erniaria. La protesi è dotata di un anello di memoria lentamente riassorbibile, che consente di espandere la protesi in addome tenendola in posizione per alcune settimane, fino che questa non è riabitata dalla cicatrice.

A quel punto l’anello si riassorbe senza dare alcun effetto sulla tenuta della riparazione, ma aumentando il comfort postoperatorio.

La foto in basso   mostra la protesi appena impiantata, che copre il difetto, e dopo due settimane la rarefazione dell’anello di memoria. Contemporaneamente il tessuto cicatriziale invade la protesi, che si distribuisce all’interno della protesi e si fissa sulla parete addominale . In questo modo il neotessuto si sostituisce alla protesi e completa la guarigione.